Sesso e potere nella Corea del Nord in trasformazione
La Corea del Nord segreta: eros, potere e controllo nella società più chiusa del mondo. Quando l'economia crolla, le donne emergono e le camere da letto sfuggono al controllo del Partito
Nella sua recente analisi sulla sessualità in Corea del Nord, proposta nel suo canale Youtube in russo (https://www.youtube.com/@lankov_official), Andrey Lankov, uno dei maggiori esperti di Corea, offre uno sguardo raro e approfondito su un aspetto quasi sconosciuto di questa società ermetica. "Anche in Corea del Nord esiste il sesso, ma non se ne parla", esordisce Lankov, stabilendo un parallelo con il celebre detto sull'Unione Sovietica. Secondo lo storico, la Corea del Nord, con i suoi 25 milioni di abitanti, ha vissuto un'evoluzione della morale sessuale parallela a quella sovietica, ma con caratteristiche peculiari. Il nuovo regime nordcoreano, ispirato dall'ideologia marxista-leninista (ovvero, come disse Georges Labica, “stalinista-stalinista”), adottò negli anni '40 un approccio formalmente progressista verso l'uguaglianza di genere, promulgando nel 1946-47 una legge sull'uguaglianza che eliminò pratiche come il sistema delle concubine e proibì la prostituzione. Questa politica rappresentava una rottura con la tradizione confuciana coreana, specialmente nell'abolizione dell'istituzione aristocratica delle "kisaeng", le intrattenitrici d'élite simili alle geishe giapponesi, che spesso fornivano anche servizi sessuali in contesti esclusivi riservati alla nobiltà e all'élite politica.
Tuttavia, dagli anni '50 la rivoluzione cominciò a "pietrificarsi", abbandonando gli slanci iniziali. Il governo impose una rigida morale pubblica che cancellò qualsiasi riferimento al sesso dalla cultura ufficiale, promuovendo per decenni una visione puritana delle relazioni umane dove la dimensione erotica veniva completamente censurata. Ufficialmente, le donne dovevano mantenersi vergini fino al matrimonio, e qualsiasi relazione extraconiugale veniva duramente condannata. Le gravidanze fuori dal matrimonio rappresentavano scandali enormi che potevano comportare l'allontanamento dal luogo di residenza o la perdita di privilegi sociali, mentre il sistema "songbun" (status sociale ereditario) discriminava anche i discendenti delle kisaeng, influenzando negativamente le loro prospettive di carriera. Lankov rivela però un interessante contrasto tra questa rigida morale pubblica e la vita privata dell'élite nordcoreana degli anni '50, documentando come molti alti funzionari, tra cui figure come Li Sang-jo e Ho Jeong-suk, avessero relazioni extraconiugali, a volte note e tollerate negli ambienti di potere.
Il controllo statale sulla sessualità femminile
Un aspetto interessante evidenziato da Lankov riguarda il controllo sulla sessualità delle donne che sceglievano di entrare nell'esercito nordcoreano. Fino a tempi recenti, alle candidate veniva imposto un esame ginecologico per verificare la loro verginità, considerata requisito indispensabile per servire nelle forze armate, in particolare nelle unità di difesa antiaerea dove le donne venivano arruolate. Lo storico racconta il caso emblematico di una giovane militare che, sul finire degli anni '70, intrattenne una relazione col fidanzato poco prima del congedo, rimanendo incinta. Solo l'appartenenza del ragazzo a una potente famiglia militare permise di evitare gravi conseguenze, ottenendo un congedo anticipato con una falsa diagnosi medica e un matrimonio immediato che "normalizzò" la situazione, dimostrando come le regole potessero essere piegate per chi aveva connessioni influenti.
Un'eccezione alla totale assenza di servizi sessuali commerciali negli anni '80 era rappresentata da un club speciale presso l'hotel Potonggang a Pyongyang, riservato esclusivamente agli stranieri, dove lavoravano ragazze tailandesi assunte con contratti ufficiali. Ai cittadini comuni nordcoreani era rigorosamente proibito l'accesso, emblema di un sistema che manteneva una duplice morale: estremamente rigida per i cittadini comuni e più permissiva nei confronti degli stranieri per ragioni diplomatiche e commerciali.
Dagli anni '90, la situazione ha iniziato a cambiare radicalmente con il collasso dell'economia centralizzata nordcoreana. Lankov descrive nei dettagli come l'emergere di un'economia di mercato, informale ma gradualmente tollerata, abbia portato a un significativo allentamento del controllo sociale e della sorveglianza capillare esercitata dai comitati di quartiere (inminban). Questo ha creato spazi di autonomia prima impensabili, particolarmente nelle città e nelle zone di confine con la Cina. Le donne, non più obbligate a presentarsi in fabbriche che ormai non funzionavano più, hanno assunto un ruolo centrale nel commercio e nell'imprenditoria di piccola e media scala, soprattutto nei mercati informali (jangmadang) che hanno progressivamente sostituito il sistema di distribuzione statale. Questa dinamica ha permesso loro di accumulare risorse economiche significative e di acquisire una forma di indipendenza sconosciuta in precedenza.
L'emancipazione economica delle donne e i nuovi equilibri familiari
La nuova autonomia economica femminile ha provocato profonde tensioni nei ruoli tradizionali di genere, destabilizzando equilibri familiari consolidati e portando talvolta alla rottura dei matrimoni. Lankov cita un romanzo scritto da una rifugiata nordcoreana che illustra il conflitto tra una donna imprenditrice di successo e il marito incapace di accettare questo nuovo equilibrio, dove la moglie diventa la principale fonte di reddito e status sociale. In questa narrazione, emblematica dei cambiamenti sociali in atto, il matrimonio finisce in un divorzio conflittuale mentre la protagonista, pur mantenendo il proprio successo economico, sviluppa una relazione con un uomo che accetta la sua indipendenza, ma significativamente non in qualità di marito bensì di amante. Questa rappresentazione letteraria riflette, secondo Lankov, le trasformazioni reali in corso nella società nordcoreana contemporanea.
Il fenomeno dell'accresciuta autonomia femminile riflette un paradosso del sistema nordcoreano contemporaneo: il collasso del sistema economico centralizzato ha involontariamente favorito una forma di emancipazione, poiché lo stato non è più in grado di imporre la stessa rigida disciplina sociale dei decenni precedenti. Lankov sottolinea come questo processo non sia il risultato di politiche intenzionali, ma piuttosto una conseguenza inattesa del declino istituzionale e delle necessità di sopravvivenza. Mentre il regime tentava disperatamente di mantenere le apparenze del sistema socialista tradizionale, la realtà quotidiana vedeva le donne assumere ruoli sempre più centrali nell'economia informale. Questo ha portato alla formazione di spazi di autonomia economica che inevitabilmente si sono tradotti in maggiore libertà personale, inclusa quella di gestire relazioni sentimentali e sessuali con minori vincoli rispetto al passato.
La liberalizzazione economica ha comportato anche una maggiore libertà nei comportamenti sessuali, specialmente nelle aree urbane. Le ricerche condotte tra i rifugiati nordcoreani in Cina e Corea del Sud documentano un aumento significativo nel numero di divorzi, precedentemente rari e fortemente ostacolati dal regime. Si è registrata una crescente tolleranza verso relazioni prematrimoniali e occasionali, particolarmente tra i giovani urbani influenzati dai limitati ma crescenti contatti con culture estere attraverso film, musica e prodotti di contrabbando. Parallelamente, è riemersa la prostituzione, particolarmente nelle zone vicine alle stazioni ferroviarie, spesso esercitata da donne in difficoltà economiche o coinvolte nei circuiti commerciali informali. Lankov nota come i controlli sugli spostamenti delle persone, un tempo rigidissimi, si siano allentati in molte aree, permettendo incontri e relazioni precedentemente impossibili.
In risposta a questi cambiamenti sociali, si è sviluppato anche un mercato per i metodi contraccettivi, con spirali intrauterine e preservativi importati dalla Cina che sono diventati relativamente accessibili nei mercati informali. Questo ha permesso una gestione della sessualità più consapevole, sebbene l'educazione sessuale rimanga praticamente inesistente. Sul fronte demografico, Lankov evidenzia come la diminuzione del tasso di natalità sia diventata una preoccupazione tale da spingere persino Kim Jong-un a menzionarla in un discorso pubblico nel 2024, arrivando a mostrare un'insolita commozione.
Riguardo a temi come la pornografia, Lankov sottolinea come questa venga ancora severamente punita dalle autorità, con sanzioni paragonabili a quelle per la distribuzione di materiale politico sovversivo. Nonostante la diffusione di dispositivi elettronici che ne faciliterebbero la circolazione, la paura delle punizioni limita significativamente questo fenomeno. Quanto all'omosessualità, la posizione ufficiale nordcoreana rimane quella di negarne l'esistenza nel paese ("tale fenomeno non esiste in Corea del Nord"), sebbene non vi siano leggi specifiche che la proibiscano, a differenza di quanto avveniva nell'Unione Sovietica dove era criminalizzata.
Tra aperture economiche e resistenze morali
Nel complesso, la Corea del Nord contemporanea vive in una condizione di profondo contrasto tra la morale ufficiale ancora formalmente rigida e una realtà sociale in lenta ma inesorabile trasformazione. Le dinamiche economiche hanno innescato cambiamenti culturali che il regime non può completamente controllare, creando spazi di autonomia personale impensabili nei decenni precedenti. Lankov conclude osservando come questa evoluzione, pur non rappresentando una vera e propria rivoluzione sessuale, segni comunque un progressivo allontanamento dall'estremo puritanesimo degli anni '50-'70, avvicinando gradualmente la società nordcoreana a modelli più simili ad altre società asiatiche in via di modernizzazione, sebbene con le peculiarità imposte dal persistente controllo politico del regime.
Lankov conclude la sua analisi sottolineando che, nonostante i significativi cambiamenti descritti, la Corea del Nord rimane comunque una società molto tradizionalista rispetto agli standard globali contemporanei. L'influenza del confucianesimo, reinterpretato e strumentalizzato dal regime, continua a permeare le relazioni familiari e di genere, creando un sistema ibrido dove coesistono elementi di controllo autoritario, valori tradizionali e nuove dinamiche generate dall'economia informale. Particolarmente significativo è il recente giro di vite contro i comportamenti sessuali degli adolescenti, definiti ufficialmente come "sovversivi" e considerati il frutto della "decadente influenza capitalistica", a dimostrazione di come il regime tenti ancora di mantenere il controllo sulla sfera intima dei cittadini. Questa tensione tra aperture economiche e chiusure morali rappresenta uno degli aspetti più caratteristici della Corea del Nord contemporanea, testimoniando la complessa transizione che il paese sta attraversando pur mantenendo la sua peculiare struttura politica.