La Cina sotto pressione: mobilitazioni popolari e fratture sistemiche
Le proteste che hanno attraversato la Cina tra maggio e inizio giugno 2025 evidenziano tensioni profonde e dinamiche di instabilità crescente nel tessuto sociale del paese
Una società sotto pressione: il quadro generale delle mobilitazioni
Se si analizzano gli episodi di mobilitazione sociale registrati in Cina tra la fine di maggio e l'inizio di giugno 2025 emerge un quadro di tensioni sistemiche che attraversano l'intero territorio nazionale. Lungi dal rappresentare fenomeni isolati, questi eventi evidenziano fratture profonde nell’attuale situazione sociale nel paese, dove le difficoltà economiche si intrecciano con problemi strutturali di natura politica e crescenti violazioni dei diritti fondamentali.
Il periodo esaminato, che culmina simbolicamente con il trentaseiesimo anniversario della repressione di Tiananmen del 4 giugno 1989, presenta una straordinaria concentrazione di proteste che in appena poco più di una settimana hanno investito con intensità settori diversi della società: dal manifatturiero all'edilizia, dall'istruzione alla sanità, fino al sistema carcerario. Questa rapida successione di mobilitazioni trasversali mette in evidenza come le cause delle agitazioni non possano essere ricondotte a specifiche problematiche di comparto, ma piuttosto a dinamiche sistemiche più profonde che si evolvono simultaneamente.
Gli otto giorni "campione" analizzati nel dettaglio - dal 26 maggio al 3 giugno - rivelano inoltre una distribuzione geografica che abbraccia l'intero territorio nazionale, dalla provincia industriale del Guangdong alle regioni del nord-est, evidenziando come il fenomeno non sia limitato a determinate aree economiche, ma rappresenta una manifestazione generalizzata di fratture nel tessuto sociale cinese contemporaneo.
Il fenomeno degli arretrati salariali: dimensioni e caratteristiche
Gli arretrati salariali emergono come denominatore comune della stragrande maggioranza delle proteste documentate. Secondo i dati della China Labour Bulletin, nel 2024 ben l'88% degli episodi di protesta collettiva è stato correlato a mancati pagamenti, evidenziando come questa problematica abbia assunto caratteristiche endemiche nell'economia cinese. L'organizzazione registra che "gli arretrati salariali rappresentano il 76% degli eventi sulla mappa degli scioperi dal 2011", indicando una persistenza ormai decennale del fenomeno.
Il caso della protesta dei lavoratori Yunda Express a Chengdu illustra la complessità di queste dinamiche e le modalità attraverso cui i conflitti si sviluppano e, talvolta, si risolvono. La vertenza, protrattasi dal 30 maggio al 2 giugno, è scaturita non solo da questioni salariali ma anche dalla decisione unilaterale dell’azienda di trasferire il centro di distribuzione nella città di Ziyang, contea di Lezhi, senza offrire compensazioni o alternative lavorative ai dipendenti a fronte del trasferimento. I lavoratori hanno bloccato l'ingresso del centro di distribuzione per impedire l'entrata e l'uscita dei veicoli, paralizzando le operazioni aziendali.
La cronaca della protesta rivela l'escalation delle tensioni: durante la notte del 31 maggio, la polizia ha tentato di disperdere con la forza i manifestanti, e secondo le testimonianze dei lavoratori, alcuni dipendenti sono stati picchiati durante l'intervento. Dopo giorni di resistenza e negoziazioni serrate, l'azienda ha finalmente accettato il 2 giugno di compensare i dipendenti secondo una formula matematica precisa: stipendio medio più 6.000 yuan moltiplicato per gli anni di servizio. Questa risoluzione dimostra come la pressione collettiva sostenuta possa ancora ottenere, sebbene solo in rare occasioni, risultati concreti nel contesto cinese nonostante l'ambiente repressivo.
Il settore manifatturiero ha registrato numerose agitazioni che riflettono le difficoltà economiche strutturali dell'economia cinese. Per esempio a Ningbo, nello Zhejiang, i lavoratori della Rockmoway Clothing si sono mobilitati per due giorni consecutivi (2-3 giugno) per protestare contro la decisione aziendale di trattenere arbitrariamente il 40% dei loro stipendi. Similmente, diverse fabbriche hanno visto scioperi prolungati per arretrati salariali, come nel caso dei cantieri BASF a Donghai nel Guangdong, dove il 2 giugno i lavoratori edili hanno incrociato le braccia per proteste contro i mancati pagamenti.
La geografia delle proteste manifatturiere evidenzia una particolare concentrazione nella provincia del Guangdong, il “motore” dell’economia cinese, che aveva registrato 37 casi nell'aprile 2025, di gran lunga il numero più alto di tutte le regioni. Questa concentrazione riflette le crescenti pressioni sulle industrie orientate all'esportazione in una provincia che rappresenta il cuore manifatturiero cinese.
L'impatto della guerra commerciale e le trasformazioni del lavoro industriale
L'intensificazione delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina ha prodotto effetti diretti e misurabili sulla condizione operaia. L'espansione delle tariffe statunitensi, che prendono di mira beni prodotti da aziende cinesi anche in paesi terzi, ha amplificato le incertezze e aggravato la crisi che i lavoratori devono affrontare. I dati mostrano che il settore manifatturiero ha registrato un incremento significativo delle agitazioni, passando da 25 casi nel marzo 2025 a 39 nell'aprile successivo, riflettendo le crescenti pressioni sulle industrie orientate all'esportazione.
Le proteste si sono estese geograficamente "dalla provincia di Guangdong nel sud-ovest della Cina, dove si trovano molte aziende manifatturiere, fino a Tongliao nella provincia di Jilin nel nord-est", evidenziando una distribuzione nazionale del fenomeno. Come osservato da Workers' Solidarity, "ciò riflette anche fatto che i problemi del sistema economico cinese si estendono anche alle attività internazionali", con lavoratori cinesi impiegati in progetti all'estero che il 29 maggio hanno scioperato in Arabia Saudita e Oman per rivendicare i loro stipendi.
Particolarmente significativo è il caso delle proteste nelle fabbriche Foxconn, uno dei maggiori produttori mondiali che fornisce iPhone ad Apple. Alla fabbrica di Hengyang, i lavoratori sono entrati in sciopero per protestare contro i tagli ai sussidi e agli straordinari, mentre alla fabbrica di Taiyuan hanno protestato contro i piani di trasferimento delle strutture produttive da Taiyuan a Jincheng, a tre ore di macchina di distanza. I lavoratori hanno gridato "Vogliamo il rispetto dei nostri diritti!" durante le manifestazioni di strada.
Anche BYD, il principale produttore cinese di auto elettriche, ha dovuto fare fronte ad agitazioni significative. Il 28 marzo, più di 1.000 lavoratori dello stabilimento di Wuxi sono entrati in sciopero per protestare contro i tagli salariali, la fine dei bonus per il compleanno e altri tagli ai sussidi. Pochi giorni dopo, anche i lavoratori dello stabilimento di Chengdu hanno protestato chiedendo sicurezza del lavoro, trasparenza nella rilocalizzazione e compensi equi.
Tra i vari settori, ha risentito della crisi in modo particolare quello dell'abbigliamento e delle calzature, i cui lavoratori hanno spesso sofferto per il mancato pagamento dei salari. Queste industrie sono spesso di piccole dimensioni e concentrate nella stessa area, quindi il mancato pagamento dei salari o la sospensione dell'attività a causa della diminuzione della redditività si verificano spesso in luoghi vicini e contemporaneamente. Tra gli scioperi manifatturieri del 2024, il settore dell'abbigliamento si è classificato secondo (90 casi) dopo il settore elettrico ed elettronico (109 casi).
Il caso "Fratello 800": simbolo di una disperazione sistemica
Il 20 maggio 2025, l'incendio della fabbrica tessile della Sichuan Jinyu Textile Company a Pingshan County ha acquisito una risonanza simbolica che trascende ampiamente la dimensione locale dell'evento. Wen, un operaio di 27 anni, ha appiccato il fuoco al proprio luogo di lavoro dopo essere stato privato di stipendi che gli erano dovuti per un totale di 5.370 yuan, contrariamente ai 800 yuan inizialmente riportati dai media e successivamente smentiti dalla polizia.
La ricostruzione dei fatti rivela la complessità delle dinamiche che hanno portato al gesto estremo. Wen aveva rassegnato le dimissioni il 30 aprile e, secondo l'articolo 9 delle Disposizioni Provvisorie sul Pagamento dei Salari, avrebbe dovuto ricevere immediatamente tutti gli stipendi arretrati al momento della cessazione del rapporto lavorativo. Quando ha completato le procedure di dimissioni il 15 maggio, la fabbrica gli doveva 5.370 yuan (circa 760 dollari). Wen ha richiesto il pagamento immediato, ma l'ufficio finanziario ha rifiutato, citando procedure di approvazione interne. Dopo aver richiesto nuovamente il pagamento dal suo supervisore senza successo, Wen ha sviluppato quelli che il rapporto di polizia definisce "pensieri di vendetta".
L'incendio ha causato danni economici stimati in decine di milioni di yuan e ha portato all'arresto dell'autore, ma la vicenda è diventata virale sui social media cinesi con l'hashtag "Fratello 800". La discrepanza tra gli 800 yuan riportati inizialmente e i 5.370 yuan effettivamente dovuti ha alimentato dibattiti sui social media, nei quali molti utenti hanno espresso solidarietà verso Wen, considerandolo un "eroe disperato" piuttosto che un criminale.
Questo caso evidenzia l'inefficacia strutturale dei meccanismi legali di tutela. Come osservato ironicamente da un testimone, "quando coloro a cui erano dovuti i salari hanno cercato aiuto legale, i giudici sono scomparsi, e anche il personale del dipartimento del lavoro si è eclissato. Ma quando Wen ha dato fuoco alla fabbrica, è arrivata subito la polizia e sono ricomparsi anche i magistrati". La critica evidenzia come il sistema reagisca prontamente alla violazione dell'ordine pubblico ma rimanga inerte di fronte alle violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori.
La descrizione delle condizioni familiari di Wen, quali povertà, madre malata, necessità urgenti di denaro, illustra come le difficoltà economiche individuali si intreccino con l'assenza di reti di protezione sociale adeguate. Il China Labour Bulletin sottolinea come l'incidente rappresenti "una rottura nei sistemi legali e istituzionali destinati a dare sostegno ai lavoratori", evidenziando l'inadeguatezza delle strutture sindacali esistenti che "sono rimaste in silenzio" durante l'intera vicenda.
La reazione pubblica riflette una frustrazione diffusa verso questi difetti sistemici. Online, un commento virale chiedeva: "Perché mai un uomo dovrebbe ridursi a bruciare una fabbrica per 800 yuan? Vuol dire che era letteralmente alla fame" Altri hanno denunciato il doppio standard: i lavoratori che protestano vengono etichettati come sobillatori, mentre i datori di lavoro che trattengono i salari vengono tollerati dalle autorità.
La crisi nel settore edilizio e immobiliare: una spirale discendente
Il settore delle costruzioni ha registrato il 54,48% di tutte le proteste collettive nell'aprile 2025, una cifra che riflette la persistente crisi del mercato immobiliare cinese. Questa concentrazione nel settore edilizio evidenzia come la crisi immobiliare, iniziata con il caso Evergrande nel 2021 e propagatasi attraverso l'intero comparto, nonché all’economia più ampia, continui a produrre effetti devastanti sulle condizioni lavorative.
I progetti incompiuti rappresentano una fonte particolare di tensione sociale, poiché coinvolgono non solo i lavoratori del settore ma anche i cittadini che hanno investito i propri risparmi nell'acquisto di abitazioni. Per esempio, a Xianyang, nello Shaanxi, il 30 maggio proprietari di edifici incompiuti del progetto Sunac Shiguang Chenyue hanno manifestato davanti al centro petizioni locale, accusando il governo di appropriazione indebita di fondi destinati alla costruzione, con conseguenti arresti multipli da parte delle forze dell'ordine. Anche a Qingdao, Shandong, centinaia di proprietari del progetto immobiliare incompiuto Heda Xingfucheng hanno organizzato il 31 maggio una protesta collettiva nel distretto di Chengyang, bloccando il traffico e forzando l'ingresso del cantiere, con diversi proprietari che hanno subito violenze da parte della polizia.
Questi episodi evidenziano come la crisi immobiliare non coinvolga solo gli operatori del settore, ma si estenda ai cittadini del cosiddetto ceto medio che hanno investito i propri risparmi nell'acquisto di abitazioni, creando una base sociale più ampia di potenziale malcontento. La convergenza tra crisi economica e aspettative sociali deluse rappresenta un elemento particolarmente destabilizzante per la stabilità sociale.
L'estensione delle proteste al settore pubblico: insegnanti, medici e lavoratori della sanità
Particolarmente preoccupante per le autorità è l'estensione delle proteste al settore pubblico, tradizionalmente considerato più stabile e leale al sistema. I docenti a contratto nella provincia di Shandong non ricevono stipendi da sei mesi, con un insegnante di scuola primaria che ha dichiarato: "Il nostro stipendio mensile è di soli circa 3.000 yuan (poco più di 400 dollari), e negli ultimi sei mesi abbiamo vissuto di soldi presi in prestito".
Un altro insegnante dello Shanxi ha riferito che la sua scuola stava chiedendo la restituzione dei bonus di fine anno precedentemente pagati al personale dal 2021, insieme a una parte della retribuzione ricevuta per le attività doposcuola. Queste misure hanno causato diffuso malcontento, come evidenziato dai post sulla piattaforma di social networking Xiaohongshu (RedNote).
Gli operatori sanitari affrontano problemi simili. Un'infermiera di un ospedale pubblico nella provincia nord-occidentale di Gansu ha dichiarato che il suo stipendio mensile è di soli 1.300 yuan (meno di 200 dollari) e che il suo bonus di performance non viene pagato da quattro mesi. A Fuzhou, Jiangxi, il 7 aprile medici e infermieri dell'Ospedale Dongxin No.6 si sono riuniti davanti all'edificio del governo municipale di Fuzhou, chiedendo il pagamento dei salari legati alle prestazioni, trattenuti da sette mesi.
Come osservato da Zhang, un insegnante in pensione dell'Università di Guizhou: "In passato erano i lavoratori migranti e gli operai a chiedere salari, ma ora si aggiungono anche insegnanti, medici e spazzini. Questo dimostra che la 'struttura stabile' della Cina sta iniziando a disfarsi". Questa osservazione cattura un cambiamento qualitativo fondamentale: l'estensione del malcontento sociale a categorie tradizionalmente privilegiate del settore pubblico indica una crisi di legittimità che va oltre le sole difficoltà economiche congiunturali.
Violazioni dei diritti umani nel sistema carcerario: la testimonianza di Liu Xijie
Il sistema giudiziario e carcerario è stato oggetto di denunce particolarmente gravi che gettano luce su abusi sistematici. Liu Xijie, originario di Bozhou nell'Anhui e detenuto dal 2011 al 2024 nel carcere numero 1 di Fushun nel Liaoning, ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente e nominalmente in questi giorni gli abusi sistematici da parte della polizia penitenziaria, fornendo nomi specifici di agenti accusati.
Secondo la sua testimonianza dettagliata, intorno al febbraio 2022 oltre 200 detenuti hanno subito abusi di vario grado, includendo torture elettriche con manganelli elettrici, insulti e percosse per infrazioni minori come risposte non conformi ai regolamenti, posture inadeguate o piegatura impropria delle coperte. La testimonianza descrive in modo particolarmente agghiacciante come alcuni agenti penitenziari avrebbero trovato piacere negli abusi, calpestando anziani, inserendo manganelli nelle bocche dei detenuti, elettrocutando prigionieri fino all'incontinenza fecale.
Il caso più grave riguarda Fan Hongyu, un detenuto morto il 19 febbraio 2022 dopo ripetute torture per non essere riuscito a memorizzare i regolamenti del carcere. Questa testimonianza, resa pubblica in un momento di particolare tensione sociale, evidenzia come il sistema repressivo utilizzi metodi che violano sistematicamente i diritti umani fondamentali, contribuendo al clima generale di oppressione che alimenta il malcontento sociale.
Episodi di protesta studentesca: il caso di Xuchang e la memoria di Tiananmen
L'analisi dei movimenti studenteschi rivela dinamiche particolarmente significative. Il 3 giugno a Changning, nella provincia di Hunan, centinaia di studenti delle scuole superiori della Shangyu School hanno organizzato una manifestazione spontanea nel campus per alleviare lo stress degli esami di ammissione all'università. L'evento, inizialmente pacifico e caratterizzato da grida liberatorie, ha assunto rapidamente connotazioni politiche quando la scuola ha allertato le autorità per l'eccessivo entusiasmo mostrato dai giovani.
Quando la polizia è intervenuta arrestando tre presunti organizzatori, la situazione è rapidamente degenerata con gli studenti che hanno formato un muro umano per impedire la partenza delle auto della polizia, gridando slogan come "ritiriamoci dalla scuola, restituite i soldi" e chiedendo il rilascio dei compagni arrestati. Nonostante la determinazione mostrata, gli agenti sono riusciti a sfondare il cordone studentesco usando la forza, portando via i tre giovani sotto lo sguardo impotente dei loro compagni.
L'episodio risulta particolarmente delicato considerando la sua vicinanza temporale all'anniversario del 4 giugno 1989, data che continua a rappresentare un momento di estrema sensibilità per le autorità cinesi. Nel caso della Xuchang No. 6 Middle School in Henan, dove una studentessa si è suicidata presumibilmente a causa di bullismo da parte del suo insegnante, migliaia di studenti e cittadini hanno protestato di fronte alla scuola, entrando nel campus e danneggiando uffici prima dell'intervento della polizia. Wu Jianzhong, segretario generale della Taiwan Strategy Association, osserva che, poiché l’incidente è avvenuto in prossimità di una data sensibile come il 4 giugno, le autorità hanno reagito con estrema cautela, temendo che potesse innescare disordini sociali e diffondersi rapidamente, come un incendio.
Controllo sociale e repressione: l'anniversario di Tiananmen
Nel contesto del trentaseiesimo anniversario di Tiananmen, le autorità hanno implementato misure di controllo senza precedenti nei confronti del gruppo delle "Madri di Tiananmen". Per la prima volta nella storia del gruppo, tutte le loro comunicazioni con l'esterno sono state interrotte, con il divieto di portare telefoni cellulari e telecamere durante la commemorazione al cimitero Wan'an di Haidian.
Il 31 maggio, le Madri di Tiananmen hanno rilasciato una lettera aperta firmata da 108 parenti delle vittime, commemorando i membri deceduti nell'ultimo anno e ribadendo le loro richieste: indagare imparzialmente sull'evento, pubblicare i nomi dei morti, risarcire le famiglie e punire i colpevoli. Zhang Xianling, di 87 anni, si è commossa in un video alcuni giorni fa: "Per 36 anni abbiamo ripetutamente cercato il dialogo con le autorità, ma siamo stati solo messi sotto controllo e repressi".
Questa escalation nel controllo evidenzia la particolare sensibilità delle autorità verso qualsiasi forma di memoria collettiva legata agli eventi del 1989, suggerendo una percezione di vulnerabilità del regime rispetto alle potenziali connessioni tra proteste contemporanee e precedenti storici di mobilitazione sociale.
Censura digitale e controllo dell'informazione
La gestione informativa degli episodi di protesta rivela sofisticate strategie di controllo del discorso pubblico. Nel caso dell'incidente della Xuchang No. 6 Middle School, le autorità hanno rapidamente rimosso tutti i contenuti pubblicati nei social media, e il thread di discussione sulla Xuchang No. 6 Middle School nel social Weibo è scomparso. Quando gli studenti si sono resi conto che i loro messaggi non potevano circolare, non hanno avuto altra scelta che riversare la frustrazione contro la scuola stessa, passando infine in uno scontro aperto.
Allo stesso tempo, lo spazio cibernetico cinese ha mostrato reazioni anomale. All'inizio di giugno, nel gioco Tencent "Golden Spatula Wars", tutti gli avatar degli utenti WeChat sono stati uniformemente cambiati in pinguini verdi e non potevano essere cambiati, il che ha attirato l'attenzione diffusa dei giocatori. Un utente di Internet ha lamentato sulla piattaforma X: "I pinguini erano originariamente un simbolo di intrattenimento, ma ora sono diventati una maschera di censura".
Inoltre, come ogni anno intorno al 4 giugno, le piattaforme di social media cinesi bloccano parole chiave come "piazza", "carro armato", "8964", e i contenuti correlati vengono eliminati immediatamente, mentre gli account che li hanno pubblicati rischiano di essere banditi. Il 4 giugno, l'avvocato per i diritti umani Pu Zhiqiang è stato avvertito dalla polizia di eliminare il suo discorso commemorativo sulla piattaforma X.
Dinamiche di resistenza efficace: il caso di Dongguan
Nonostante il controllo autoritario, diversi episodi dimostrano come la mobilitazione sociale mantenga una capacità di influenzare le decisioni delle autorità locali quando raggiunge dimensioni significative e avanza rivendicazioni economiche concrete. Il caso di Dongguan rappresenta un esempio emblematico di mobilitazione operaia spontanea e che ottiene successo.
Il 2 giugno, centinaia di lavoratori migranti residenti nel villaggio di Yangyong, nella città di di Dalang, si sono opposti all'introduzione di un sistema di pedaggi che consideravano economicamente insostenibile. La loro azione collettiva, iniziata intorno alle 18:00 con il blocco delle barriere di pedaggio, ha visto una partecipazione crescente fino a raggiungere diverse centinaia di persone che hanno gridato slogan come "rimuovete le barriere".
Sotto la pressione sostenuta dei manifestanti, verso le 22:00 la polizia addetta alla stabilità sociale ha dovuto cedere, inviando operai per rimuovere tutte le attrezzature di pedaggio. La politica di tassazione, implementata appena il giorno precedente, è stata dichiarata nulla, evidenziando come le difficoltà economiche stiano spingendo le classi lavoratrici a forme di resistenza sempre più organizzate ed efficaci.
Evoluzione delle strategie di protesta e organizzazione sociale
L'analisi rivela un'evoluzione nelle modalità di organizzazione delle proteste che riflette l'adattamento dei movimenti sociali all'ambiente tecnologico e repressivo contemporaneo. Nel caso degli studenti di Xuchang, l'utilizzo di telefoni cellulari e internet ha permesso una rapida connessione e aggregazione, evidenziando come le tecnologie digitali possano fungere da moltiplicatori dell'azione collettiva nonostante i controlli governativi.
Zeng Jianyuan, direttore esecutivo dell’Associazione Accademica Democratica Cinese a Taiwan, osserva che "nell’attuale clima di governo repressivo e di purghe politiche in Cina, solo le questioni apolitiche possono ottenere una legittimazione per forme di aggregazione collettiva su larga scala". Tuttavia, aggiunge che "il Partito Comunista Cinese percepisce chiaramente che questo tumulto non è soltanto un gesto di sostegno a una scuola o a un singolo episodio, ma riflette anche due problemi più profondi".
Il primo problema, secondo Zeng, è che "sotto l’amministrazione di Xi Jinping, la società cinese sta vivendo un’ondata di disagio emotivo collettivo, e molti cercano uno sfogo". Il secondo è che "l’incidente di Xuchang rivela un allentamento del controllo sociale da parte delle autorità locali: gli studenti sono riusciti a coordinarsi rapidamente e a radunarsi grazie ai telefoni cellulari e a Internet, segno del fallimento dei meccanismi locali di mantenimento della stabilità".
Risulta evidente come le proteste più recenti non possano essere interpretate semplicemente come reazioni spontanee a specifiche ingiustizie, ma rappresentino piuttosto manifestazioni di un " disagio emotivo collettivo " più ampio che cerca canali di espressione attraverso questioni apparentemente non politiche.
Crisi di legittimità delle autorità locali
Le proteste documentate evidenziano una crescente crisi di legittimità delle autorità locali, incapaci di mediare efficacemente tra le pressioni economiche centrali e le esigenze sociali locali. L'imposizione arbitraria di tasse a livello locale rappresenta un esempio paradigmatico di questa dinamica.
Nel caso del villaggio di Pingtang nella città di Gushan, provincia di Zhejiang, il comitato del villaggio ha emanato un avviso annunciando che a partire dal 10 maggio sarebbero state riscosse "tasse di gestione sanitaria" e "tasse di parcheggio" da tutti i residenti permanenti e lavoratori del villaggio: 80 yuan all'anno per gli adulti, 40 yuan per i bambini e 500 yuan per auto e tricicli. L'avviso affermava anche che coloro che non avessero pagato in tempo sarebbero stati "messi sotto controllo" dal 1° giugno, e ogni persona avrebbe dovuto pagare ulteriori 200-100 yuan, i loro veicoli sarebbero stati bloccati, e coloro che avessero forzato le serrature sarebbero stati "trattati come autori di vandalismo contro proprietà pubblica".
Li, un inquilino del villaggio, ha testimoniato che "questa tassa non è mai stata concordata con gli abitanti del villaggio, né è stata discussa in una riunione pubblica. Sono un inquilino esterno e non ho mai sentito della riunione del villaggio che approva questa tassa". Alcuni abitanti hanno criticato la mossa del comitato del villaggio come "estorsione sfacciata". Un altro abitante, Zhang Shun (pseudonimo), ha dichiarato: "Ci sono cinque persone nella mia famiglia, e dobbiamo pagare 400 yuan all'anno. Non possiamo permettercelo affatto. È ancora un paese governato dal Partito Comunista?". Jia Lingmin, un attivista, ha sottolineato che il comitato del villaggio è un'organizzazione autonoma di base, e tutte le tasse devono ottenere un "permesso di tassa", altrimenti sono illegali
Questo episodio illustra come i governi locali, sotto pressione per le difficoltà fiscali, ricorrano a misure sempre più disperate e illegali per raccogliere fondi, erodendo ulteriormente la propria legittimità agli occhi della popolazione. Come osservato da Zhang, l'insegnante in pensione dell'Università di Guizhou: "L'alto debito locale e l'inasprimento delle politiche centrali hanno fortemente inciso sulla gestione fiscale locale. Le vittime più dirette sono i lavoratori a tempo indeterminato e quelli a contratto".
Le trasformazioni del tessuto sociale cinese
Tang Gang, studioso del Sichuan, offre un'analisi particolarmente penetrante delle trasformazioni sociali in corso, osservando come la società cinese stia evolvendo "da una società tradizionale in cui era possibile trovare compromessi, tollerarsi a vicenda e convivere, a una società segnata da conflitti duri, dove le posizioni sono inconciliabili e la coesistenza diventa impossibile". Questa trasformazione, che egli attribuisce ai cambiamenti degli ultimi dieci anni sotto la leadership di Xi Jinping, suggerisce un deterioramento qualitativo delle relazioni sociali che trascende le specifiche questioni economiche.
Xue, ricercatore nel campo delle relazioni lavorative in Guizhou, individua diversi fattori che contribuiscono all’acuirsi dei conflitti tra lavoratori e padroni. "Innanzitutto, in alcune aziende i dirigenti dei sindacati vengono nominati direttamente dagli organi padronali, il che impedisce al sindacato di rappresentare realmente gli interessi dei lavoratori. Questo ostacola la difesa dei diritti dei dipendenti e alimenta le tensioni. In secondo luogo, il rapporto tra capitale e lavoro è fortemente orientato al mercato, ma manca un’equa distribuzione del reddito. In molte fabbriche, inoltre, prevale l’opacità nella gestione delle questioni che riguardano i lavoratori, aggravando ulteriormente le contraddizioni."
L'analisi di Xue evidenzia come i problemi non siano semplicemente economici ma riflettano carenze strutturali nel sistema di relazioni industriali cinese. L'assenza di sindacati indipendenti e rappresentativi lascia i lavoratori privi di canali efficaci per la risoluzione dei conflitti, costringendoli a ricorrere a forme di protesta sempre più dirette e, talvolta, estreme.
Verso scenari di instabilità crescente
L'accumulo di tensioni documentato nel solo periodo fine maggio-inizio giugno 2025 indica che la Cina di oggi si trova ad affrontare sfide sociali di natura sistemica che non possono essere risolte attraverso i soli meccanismi repressivi tradizionalmente impiegati dal regime. La trasversalità settoriale delle proteste, l'estensione geografica nazionale dei fenomeni e il coinvolgimento di categorie tradizionalmente stabili come insegnanti e operatori sanitari dimostrano che le attuali difficoltà non costituiscono oscillazioni congiunturali ma piuttosto manifestazioni di contraddizioni strutturali più profonde.
La capacità limitata delle autorità locali di rispondere efficacemente alle rivendicazioni popolari, combinata con la crescente disperazione economica di ampie fasce della popolazione, crea condizioni potenzialmente esplosive. Come evidenziato dal caso "Fratello 800", quando i canali legali di risoluzione dei conflitti si rivelano inefficaci, i cittadini possono ricorrere a forme di protesta sempre più estreme e distruttive.
L'intensificazione delle misure repressive, visibile nell'isolamento delle Madri di Tiananmen e nella rapida censura degli episodi di protesta, indica una percezione di vulnerabilità da parte del regime che potrebbe paradossalmente alimentare ulteriori tensioni. La strategia di controllo dell'informazione, pur efficace nel breve termine, rischia di alimentare frustrazione e radicalizzazione quando i cittadini scoprono l'impossibilità di comunicare le proprie rivendicazioni attraverso canali istituzionali.
Le autorità cinesi sembrano trovarsi in una posizione sempre più difficile, costrette a bilanciare le esigenze di controllo sociale con la necessità di mantenere la stabilità economica. L'esperienza del breve periodo analizzato suggerisce che questa tensione stia raggiungendo soglie critiche, con implicazioni che potrebbero estendersi ben oltre i confini del singolo episodio o settore coinvolto.
FONTI: Yesterday, Radio Free Asia, China Labour Bulletin, AsiaNews, Workers' Solidarity